Mentre nella zona B l’amministrazione jugoslava applicò la cittadinanza del Territorio Libero di Trieste, gli anglo-americani si rifiutarono arbitrariamente di applicare questo nostro diritto nella zona di loro competenza. Questa violazione immotivata – e denunciata – fu perpetrata apposta all’unico scopo di impedire la piena realizzazione del TLT, ad esclusivo vantaggio dell’Italia.
La cittadinanza del Territorio Libero di Trieste, come visto nel nostro articolo (clicca qui), veniva correttamente applicata dall’amministrazione jugoslava nella zona B del TLT.
Possiamo prenderne atto anche dai “CERTIFICATI DI NAZIONALITA’ E DI CITTADINANZA” rilasciati ai cittadini della Zona B dai Comitati Popolari-Sezione Affari Interni, redatti in italiano e sloveno. Oltre alle generalità della persona titolare, infatti, sui certificati – in due distinti campi – venivano indicate anche la cittadinanza e la nazionalità, come riportiamo di seguito:
come risulta nel registro di stato civile è di nazionalità – italiana – e cittadinanza – Dato che adempie alle condizioni dell’art.6 Allegato VI del trattato di Pace con l’Italia (domicilio nel TLT il 10.06.1940 ed ex cittadino italiano) è diventato cittadino del Territorio Libero Triestino.”
Vista la politica attuata dalla Jugoslavia e dalle autorità militari e civili che amministravano la zona, con sistematica e grave violazione dei diritti umani, possiamo facilmente supporre che tale corretta attuazione delle disposizioni di cittadinanza così come previste dall’Allegato VI del Trattato di Pace, non erano orientate tanto al rispetto del Trattato di Pace stesso ma volte in primis a cancellare la cittadinanza italiana ai residenti, modificandola in quella legittima del Territorio Libero di Trieste.
Mentre le disposizioni sulla cittadinanza del Territorio Libero di Trieste venivano applicate correttamente nella zona B dal AMAJ (Amministrazione Militare dell’Armata Jugoslava), la politica attuata dal Governo Militare Alleato nella Zona (A)nglo/americana era diametralmente opposta: il GMA non adempiva affatto a queste chiare direttive in materia , e molto probabilmente tale violazione era viceversa attuata al solo fine di conservare la cittadinanza italiana e mantenere lo status quo ante guerra.
Per quanto possa sembrare strano a noi oggi, ai fini del rispetto del Trattato di Pace, il Governo della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia aveva presentato giuste formali proteste al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, denunciando tali violazioni sulla cittadinanza del TLT da parte di USA/UK, anche se probabilmente, l’intento era solo quello di voler rimarcare la cessazione della cittadinanza italiana anche nella zona A.
Rientra infatti nelle responsabilità assunte dal Consiglio di Sicurezza assicurare l’integrità e l’indipendenza del TLT: i cittadini, assieme al territorio e la sovranità sono gli elementi fondanti su cui si basa lo Stato. Il Consiglio di Sicurezza avrebbe dovuto, allora come oggi , assicurarsi e pretendere che le disposizioni sulla cittadinanza del Territorio Libero fossero applicate a tutti i suoi cittadini e non solo ad una parte, ovvero quelli amministrati dal Governo militare jugoslavo.
In qualsiasi caso, come già dimostrato, non esiste una “cittadinanza per la zona A” e una “cittadinanza per la zona B” ma esiste solo la cittadinanza del Territorio Libero di Trieste che è stata comunque applicata dall’amministrazione jugoslava a oltre 50.000 cittadini e riconosciuta anche recentemente, dai Tribunali dalla Slovenia.
E’ da tener ben presente che all’epoca non fu permesso ai legittimi Cittadini del TLT/STO di acquisire la giusta consapevolezza su di un tema così vitale e di importanza fondamentale per il loro (nostro) futuro, qual è quello del Diritto di cittadinanza. Tutti questi intrighi erano stati messi in atto da chi occupava militarmente il nostro Territorio e aveva solamente il compito di “traghettarlo” verso l’attuazione dello Statuto Permanente e non invece predisporlo, per il loro personale tornaconto, alla sovranità simulata d’Italia, Jugoslavia, Slovenia e Croazia. Diritti civili e politici, legati e collegati alla Cittadinanza, stracciati e usati come arma per interessi geo-politici da ambo le parti, quella jugoslava e quella anglo-americana, in mezzo ai quali i cittadini si trovavano senza aver alcuna colpa, stritolati e non presi minimamente in considerazione.
Pubblichiamo, per quanto riguarda la cittadinanza del TLT, un estratto del “Memorandum del Ministero degli Affari Esteri della Jugoslavia, indirizzato al Presidente del Consiglio di Sicurezza del 24 ottobre 1948” documento S/1054/Corr.1 – 2/11/1948 (vedi doc) nel quale vengono denunciate le violazioni alle disposizioni del Trattato di Pace ed in seguito al decreto n.345 del GMA, concernente la composizione dei registri elettorali per le elezioni municipali. In queste liste erano inclusi tutti cittadini di età maggiore di 21 anni residenti al 31/12/1948 e includeva quindi anche un gran numero di cittadini italiani (arrivati soprattutto dai territori ceduti alla Jugoslavia con il Trattato di Pace).
Riportiamo di seguito un estratto:
Il Governo della Repubblica federale popolare di Jugoslavia ha l’onore di richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza sulle nuove flagranti violazioni delle disposizioni del Trattato di Pace con l’Italia, dirette contro l’integrità territoriale e indipendenza del Territorio Libero di Trieste, commessi dal Governo Militare Alleato della zona anglo-americana del Territorio Libero di Trieste. […]
Il Governo della Repubblica federale popolare di Jugoslavia richiama l’attenzione del Consiglio di Sicurezza sull’articolo 6 dello Statuto Permanente del Territorio Libero di Trieste, primo comma, il quale dispone che:
“I cittadini italiani che il 10 giugno 1940 sono domiciliati nella zona compresa entro i confini del Territorio Libero e i loro figli nati dopo tale data, diventano cittadini originali del Territorio Libero e i loro figli nati dopo tale data, diventano cittadini originali del Territorio Libero con i diritti civili e politici. Diventando cittadini del Territorio Libero perderanno la loro cittadinanza italiana.“
Il Governo jugoslavo denuncia quindi che con il GMA con questo decreto:
ha violato lo Statuto del Territorio Libero di Trieste, concedendo il diritto più elementare legato alla cittadinanza – il diritto di voto – ai non cittadini del Territorio, alla persone entrate a Trieste durante o dopo la guerra, mentre d’altra parte ha di fatto privato di questo diritto coloro che, il 10 giugno 1940, erano cittadini italiani o erano domiciliato nel Territorio Libero di Trieste cioè quelle persone che dovrebbero godere dei pieni diritti di cittadinanza del Territorio Libero di Trieste, e che erano stati costretti a lasciare il Territorio durante la guerra in conseguenza del terrore fascista.
Non vi è dubbio che l’articolo 6, paragrafo 1 dello Statuto Permanente rimane in vigore alla luce dell’articolo 2 dell’Allegato VII, che prevede che le disposizioni dello Statuto Permanente si applicano anche durante il periodo del Regime Provvisorio come e quando queste disposizioni si rivelano applicabili, e tenuto conto dell’articolo 8 dell’Allegato VII relativo all’organizzazione delle elezioni dei membri dell’Assemblea Costituente, conformemente alle condizioni previste dallo Statuto per le elezioni dell’Assemblea Popolare, l’estensione o la limitazione del diritto di cittadinanza è del tutto al di fuori dei poteri del Governo Militare Alleato”
In un’altra nota di protesta del 25 dicembre 1948, documento n. S/1183 – 05/01/1949 al Consiglio di Sicurezza, (vedi doc) il Governo jugoslavo denuncia nuovamente oltre alla mancata corretta applicazione nella zona A della cittadinanza del TLT, anche forzature nella compilazione della richiesta per il rilascio delle nuove carte di identità e la violazione dell’applicazione dell’uso delle lingue previste sul Territorio. Il Trattato di Pace dispone che le lingue ufficiali del TLT, sono per la zona l’italiano e lo sloveno (e nei casi previsti anche la lingua croata).
Nella compilazione delle nuove carte d’identità agli abitanti del Territorio Libero di Trieste è richiesto di compilare lo spazio di cittadinanza non con “Cittadino del Territorio Libero di Trieste”, ma con “Cittadino italiano“. Questa richiesta delle autorità locali, che si ispira all’atteggiamento della Amministrazione Militare Alleata, è anche in contrasto con il Trattato di Pace con l’Italia, che all’articolo 6 dell’Allegato VI prevede la definizione di cittadinanza del Territorio Libero di Trieste.
All’articolo 6 dell’Allegato VI, l’articolo 2 dell’Allegato VII deve essere applicato, che prevede che tutti gli articoli dello Statuto Permanente saranno applicati durante il periodo del Regime Provvisorio, come e quando tali disposizioni risultano essere applicabili e nella misura in cui esse non siano superate dall’Allegato VII del Trattato di Pace.”
Dalla lettura dell’Ordine n.193 del 09/04/1948 – Official Gazette 22/48 del 21/04/1948 del Allied Military Goverment, British – United State Zone, Free Territory of Trieste risulta evidente quanto denuncia il Governo jugoslavo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
L’articolo V, sezione 2 recita:
“Le carte d’identità rilasciate ai sensi del presente ordine dovranno indicare la nazionalità (cittadinanza) della persona alla quale è rilasciata.”
Con questo ordine il GMA commise una violazione evidente: da una parte non aveva voluto (e non potuto, come ci hanno voluto far credere) attuare le chiare disposizioni del Trattato di Pace in merito alla cittadinanza come applicato invece dall’AMAJ/VUJA nella Zona B, dall’altra, con una palese forzatura scientemente studiata, richiedeva di indicare nel campo “cittadinanza” delle carte d’identità la nazionalità – italiana per esempio – della persona.
La nazionalità e la cittadinanza sono due elementi diversi che caratterizzano lo status dei cittadini , elementi che in queste zone spesso o quasi sempre coincidevano.Non solo: nel rilascio dei documenti non veniva applicata nessuna distinzione tra i legittimi cittadini del TLT, cioè quelli residenti nella Zona al 10.06.1940 e i loro discendenti, e quelli residenti dopo tale data, cioè dal 11.06.1940 in poi.
Ne deriva che, tutte le persone, anche in gran numero cittadini italiani in fuga dai territori ceduti alla Jugoslavia con il Trattato di Pace e quelli invece del Territorio Libero, si ritrovassero (per esempio) indicato sulla loro carta d’identità la “cittadinanza italiana” intesa però come “nazionalità” ed equiparati agli stessi anche nel diritto di voto nella Zona A.
Nella nota di protesta, il Governo jugoslavo fa notare al Consiglio di Sicurezza che “All’articolo 6 dell’Allegato VI, l’articolo 2 dell’Allegato VII deve essere applicato, che prevede che tutti gli articoli dello Statuto Permanente saranno applicati durante il periodo del Regime Provvisorio, come e quando tali disposizioni risultano essere applicabili e nella misura in cui esse non siano superate dall’Allegato VII del Trattato di Pace.”
Articolo 6 dell’Allegato VI
Spettava ai rispettivi governi militari provvisori il compito dell’applicazione della cittadinanza (come applicata da quello jugoslavo) e non c’è ragione valida per la quale il GMA invece non ha ottemperato a queste disposizioni a danno esclusivo dei cittadini del Territorio Libero, cercando di ostacolare il compimento del TLT stesso nella zona di loro competenza. Come già detto, territorio, cittadinanza e sovranità sono le basi su cui si fonda uno Stato e questi tre elementi sono previsti anche durante il Regime Provvisorio.
Le disposizioni dell’Allegato VII, Strumento per il Regime Provvisorio del TLT, prevedono che “Le disposizioni seguenti si applicheranno all’amministrazione del Territorio Libero di Trieste, fino all’entrata in vigore dello Statuto permanente.” e all’articolo 1 dello stesso Allegato che: “II Governatore assumerà le sue funzioni nel Territorio Libero, al più presto possibile dopo l’entrata in vigore del presente Trattato di Pace. Fino all’assunzione dei poteri da parte del Governatore, il Territorio Libero continuerà ad essere amministrato dai Comandi militari alleati, entro le rispettive zone di competenza.”