Mercoledì 24 giugno 2015 i rappresentanti di TRIEST NGO compiono un ulteriore impegnativo passo a difesa del nostro territorio.
Un altro importante step verso l’applicazione delle leggi vigenti per il Territorio di Trieste.
Solo qualche anno fa sarebbe sembrato impossibile che i nostri diritti potessero avere ascolto a Ginevra, presso l’ONU, alla 29th regular session of the Human Rights Council. Oggi, questo è realtà.
Ora, dopo una prima relazione conoscitiva lo scorso novembre, cio’ è una realtà acquisita, e in questi mesi sono stati ulteriormente messi a punto gli aspetti tecnici e la comunicazione.
Ma qual è lo scopo e il senso di questo importante spazio di ascolto internazionale che, di diritto, le associazioni del Territorio Libero di Trieste hanno ottenuto?
Gli aspetti principali sono tre:
1 – la presentazione della denuncia verso determinati atteggiamenti della magistratura italiana, che continua a disconoscere ed a reprimere i diritti dei cittadini del TLT, anche con espliciti, aggressivi atti di violazione dei diritti internazionali. [per maggiori informazioni clicca qui]
2 – la presentazione della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia presentata da Triest NGO (il cosiddetto “Port Inquiry”). A cosa si riferisce il Port Inquiry? È uno dei documenti storicamente più importanti per la questione legata all’applicazione dell’Allegato VIII e, in altri termini, alla possibilità che Trieste – a cominciare dal Porto Internazionale – esca dalla drammatica condizione di miseria e depressione in cui è stata condotta dalle incapaci amministrazioni italiane, comprese quella comunale.
Questa è la prima e unica procedura internazionale per le violazioni inerenti la mancata applicazione dell’Allegato VIII. [i particolari del documento saranno spiegati in un prossimo articolo]
Per comprendere la portata dell’evento è importante considerare che non si tratta di una richiesta avanzata inoltrando documenti “a caso” per posta o con atti di protesta destinati ad esaurirsi a Trieste, bensì il Port Inquiry è stato realizzato perseguendo il preciso iter burocratico previsto, che garantisce l’accesso al Palazzo dell’ONU stessa, ovvero dopo che sono state argomentate e rese valide le richieste poste in essere al Comitato competente. È lo stesso “Palais des Nations” a considerare queste argomentazioni fondate e degne di essere prese in considerazione, e ad interporsi con il Consiglio di Sicurezza.
Non sarebbe stato possibile dar vita all’inchiesta sulle inadempienze italiane nei confronti dell’allegato VIII al Trattato di Pace senza un corretto instradamento da Ginevra, anche se, nel tempo, l’aver divulgato costantemente queste conoscenze, ha permesso a molte persone a Trieste e non solo, di comprendere i contenuti ed il valore dell’Allegato VIII. Peraltro sono stati proprio l’ignoranza, il voluto occultamento e il silenzio a rendere impossibile per oltre mezzo secolo l’applicazione dei diritti per Trieste decretati – nei fatti – da solide basi legali.
A breve verrà fissato un appuntamento fra TRIEST NGO ed il vice chairman della Commissione competente, costituita da 20 autorevoli figure super partes competenti in Diritto Internazionale (Public International Law) e nel campo dei Diritti Umani; i Commissari hanno facoltà di effettuare un’ispezione in loco a Trieste. Allo scopo di evitare interferenze in questa fase, non solo da parte delle autorità italiane, ma anche da parte di incompetenti personaggi locali che fingono di agire negli interessi del FTT, rimandiamo la pubblicazione di ulteriori particolari in tal senso ad un prossimo comunicato, entro quest’estate.
Il port inquiry è, ad oggi, l’unica azione in grado di fare davvero la differenza per il Porto Libero e le Free Zones di Trieste.
3 – Il lavoro prodotto da Triest NGO ha portato un ulteriore importante frutto: sempre nella giornata del 24 giugno, i rappresentanti saranno accolti per la seconda volta da un Human Rights Officer dell’OHCHR, il quale ha già avuto modo di esprimere il suo favore riguardo il superamento della prima fase di ammissibilità della richiesta per il diritto alla Cittadinanza del Territorio Libero di Trieste. La campagna per il riconoscimento al diritto alla cittadinanza mirerà, dopo questo incontro, a raggiungere il maggior numero di sottoscrittori possibile: i numeri fanno la differenza.
Diritti umani, riconoscimento degli sviluppi inerenti l’applicazione dell’allegato VIII per il Porto di Trieste, fondamentali per la salvezza della nostra città e, infine, il diritto alla cittadinanza. Il carnet di incontri e di attività non potrebbe proporre di più nella Sede del diritto internazionale, fortunatamente lontana dalla mediocrità degli amministratori locali.
Sono questi gli aspetti che rendono, per Trieste, tale evento importante e degno di nota.
In attesa di comunicare come procederà lo svolgimento delle attività presso Ginevra, salutiamo i nostri concittadini, nella concreta speranza di un futuro degno di questo nome per tutti i cittadini del nostro Territorio.