Il 27 e 28 novembre 2019 TRIEST NGO ha partecipato per la sesta volta al Forum on Minority Issues dell’OHCHR – ONU di Ginevra giunto alla sua dodicesima edizione, dal tema “Education, Language and the Human Rights of Minorities”.
Quest’anno, TRIEST NGO è stata accreditata quale unica organizzazione in rappresentanza del Territorio Libero di Trieste.
Il giorno 27 novembre si è tenuto un inedito meeting preparatorio al Forum dei giorni 28 e 29, durante il quale, quando il relatore di TRIEST NGO ha pronunciato fatidicamente il termine “stato indipendente” riferito al Territorio Libero di Trieste, gli organizzatori hanno rivelato la loro preoccupazione pregressa oltre all’imbarazzo sulla questione di Trieste.
Al termine del meeting preparatorio il caso è stato chiarito incontrando di persona il Chairman, al quale è stata sottolineata l’esistenza de jure del Territorio Libero di Trieste, grazie ai nostri documenti e rafforzata anche dalle firme dei Professori Tom Grant (Cambridge) e Guglielmo Verdirame (20Essex) a piè di pagina del nostro expertise. Il Chairman ha motivato la sua preoccupazione sul tema di Trieste a causa di precedenti “problemi con Stati e con nostri concittadini, presenti lo scorso anno al Forum”.
L’intervento si è tenuto invece il giorno 28 novembre 2019. Questa volta, oltre al mai troppo nominato Patto internazionale per i Diritti Civili e Politici (ICCPR) – adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1966 (A/RES/21/2200) ratificato e reso esecutivo anche dall’Italia con legge n.881 del 25 ottobre 1977 – su consiglio del Professor Alfred de Zayas, nel discorso di TRIEST NGO è stata inserita la “definizione Kirby” che riconosce come popolo “un gruppo di persone con una tradizione storica comune, identità razziale o etnica, omogeneità culturale, unità linguistica, religiosa o affinità ideologica, connessione territoriale o vita economica comune”. Concetto esauriente che arricchisce se possibile le nostre ragioni anche al di là di quelli che sono gli ormai noti Diritti sanciti dalle leggi internazionali vigenti.
Qui di seguito il testo dell’intervento tenuto da TRIEST NGO nel corso della “Twelth Session of the Forum on Minority Issues” al quale hanno assistito anche i rappresentanti delle missioni diplomatiche permanenti a Ginevra di Italia, Slovenia e Croazia.
“Cari copresidenti, cari partecipanti,
il Territorio Libero di Trieste è per legge multilingue.
Secondo un Trattato di pace pienamente in vigore fino ad oggi, le lingue ufficiali di questo territorio sono l’italiano, lo sloveno e il croato.
Oggi, i tre governi che amministrano il nostro territorio – Italia, Slovenia e Croazia – adottano attivamente politiche di assimilazione, che negano lo status di più lingue parificate che il diritto internazionale comanda. L’uso della madrelingua per migliaia di triestini è attivamente scoraggiato. Le promesse dei governi non vengono mai seguite.
Vale la pena ricordare che la “definizione Kirby” definisce i popoli non solo come unità linguistiche, ma anche con caratteristiche quali quelle di una vita economica comune e una connessione territoriale.
I cittadini del Territorio Libero di Trieste sono un popolo multilingue definito dalle Leggi internazionali la cui garanzia ricade sulle Vostre spalle, quelle delle Nazioni Unite.
Le norme ci sono, i meccanismi ci sono, gli Stati li hanno concordati. L’unico passo mancante è l’applicazione.
Vi chiediamo niente di più, niente di meno che l’applicazione.
Il patto sui diritti civili e politici è stato violato, in particolare per quanto riguarda gli articoli 1, 2, 26 e 27. Ciò richiede non solo l’attenzione, ma l’azione delle Nazioni Unite.
Il consenso sul diritto internazionale sul Territorio Libero e il porto franco di Trieste esiste formalmente, il linguaggio utilizzato è chiaro. Voi siete il meccanismo, noi siamo qui per assicurarci che i princìpi e le teorie esistenti siano messi in atto.
Ringraziandovi, vorrei ricordare alla Conferenza che pacta sunt servanda (i patti vanno rispettati), sia per i diritti linguistici, sia per i diritti umani in generale, e naturalmente quando si tratta di tutti i trattati internazionali che sono ius cogens (norme cogenti, inderogabili).
Nessun governo dovrebbe essere autorizzato a dimenticarlo. Purtroppo l’Italia, la Slovenia e la Croazia lo sono”.
Per completezza è doveroso segnalare che il testo dell’intervento di TRIEST NGO trascritto dal “compositore” simultaneo del Forum e che scorreva sotto le immagini in diretta, non ha corrisposto a quanto espresso invece dal nostro relatore. Su ben cinque volte che è stata pronunciata “Trieste” (compreso anche il nome della nostra organizzazione “Triest” pronunciata dalla Chairman del Forum), la parola non è stata trascritta nemmeno una volta, neppure storpiandola, ma è stata semplicemente omessa. Così facendo, chi ha soltanto letto i sottotitoli in inglese e non ha ascoltato l’intervento, ha creduto si parlasse genericamente “territori e di porti liberi”. Questa stranezza è resa ancora più evidente dal fatto che il testo scritto dell’intervento è stato precedentemente inviato agli organizzatori come richiesto dalla procedura, così come il nome esatto della nostra organizzazione era chiaramente inserito in quell’elenco predeterminato di relatori richiamati di volta in volta dalla Chairman. Un caso?