A Trieste e dintorni l’italia ha cambiato, d’ufficio e a forza, decine di migliaia di cognomi, a partire dagli anni ’20 del 1900. Lo scopo era di “lavare dalla bella faccia di Trieste questa bruttura che attenua la sua espressione latina e contamina la sua purezza spirituale“, e addirittura fino al 1966 a Trieste era strettamente vietato avere nomi propri non-italiani.
QUESTO CAMBIO FORZATO DEI COGNOMI RIMANE, ANCORA OGGI, IN VIGORE, e ritornare alla denominazione originale è scoraggiato dall’Italia con una procedura così difficoltosa da non superare le poche decine di richieste all’anno. Chi ha subito questo torto spesso non ne sa nulla.
L’ex-direttore di Triest NGO Marco Pizzi (Spitz) ha scritto “Nameless”, il primo libro sulle conseguenze psicologiche che la perdita di identità ha prodotto a Trieste e dintorni. Abbiamo quindi portato la questione perfino in sede ONU. Per approfondire ulteriormente: intervista 1, intervista 2.
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